lunedì 14 dicembre 2015

Maria Giuseppina Fusco e "Un corvo nel cuore"



di Rita Frattolillo


Diverse volte, mentre leggevo Un corvo nel cuore (Filopoli, 2008, pp.431, euro18), opera bella e terribile di Maria Giuseppina Fusco, mi è capitato di  pensare : “anch’io…”
 Perché Pina Fusco (Campobasso, 1941) ed io apparteniamo  alla generazione uscita dalla guerra, abbiamo conosciuto le medesime privazioni, annusato l’euforia della “ricostruzione”, vissuto il boom economico, il  ’68 e tutto il resto, fino ad oggi. Chissà quanti bimbi di allora, come noi, sono cresciuti con il latte in polvere degli americani, i ritagli delle ostie passati dalle monache, quanti, per addobbare il presepe, a Natale cercavano il muschio sui tronchi e lungo i muretti di campagna.
E quante di noi si sono fatte le bambole di pezza, sfruttando i cuscini di casa…

mercoledì 14 ottobre 2015

EUROPA O EURABIA, CHE NE SARÀ DI NOI ?

Anche Angela Mazzia ha voluto inserirsi in questo spinoso dibattito sull'accoglienza dei migranti:  

Larticolo della Tassinari su “Il libraio” dell’11-09-2015: “Europei, ma di cos’è che abbiamo davvero paura?” merita qualche seria riflessione alla luce della Storia e nelle proiezioni del nostro immediato futuro.
Per me è un imperativo categorico ed una sfida morale, oltre ad essere un dovere civile.

La Tassinari intende rassicurare sulle migrazioni tipiche dell’uomo “animale inquieto”. Verissimo, ma occorre chiosare qualcuna delle sue citazioni a cominciare dagli Etruschi che, come i Liguri e i Veneti per restare nell’area settentrionale, sono stati definiti autoctoni dalle ricerche storiche, archeologiche e antropologiche, avendo riscontrato il loro DNA nella popolazione Toscana ed Umbra. Gli altri: i Fenici e i Greci erano navigatori quindi cercarono approdi sulla terraferma per rifocillarsi, per riparare scafi e vele, e creare empori. Furono perciò promotori di produzioni e attività agricole, economiche e commerciali oltre che di straordinari scambi culturali. Per le altre etnie citate occorrerebbe un almanacco per puntualizzarne gli approdi come mercenari nelle guerre intestine o nello sfinimento del potere politico, militare e culturale dell’Impero Romano.
Giovani migranti in Italia
NOI E L’ISLAM: NIENTE TOLLERANZA A SENSO UNICO
Dice nella sua lucida analisi Ernesto Galli della Loggia su Il Corriere della Sera del 7 ottobre 2015 :
Due grandi fenomeni storici stanno svolgendosi sotto i nostri occhi nel Medio Oriente, alle nostre porte di casa (di noi europei e italiani in particolare). Da un lato la disintegrazione di fatto dell’intero sistema di Stati nato dopo la Prima guerra mondiale sulle rovine dell’Impero ottomano, dunque la ridefinizione di interessi, alleanze, rivalità, con la conseguente caduta di gran parte delle élite e dei movimenti alla loro guida da decenni, spesso legate in un modo o nell’altro ai Paesi europei (anche l’Unione Sovietica da questo punto di vista lo era). Dall’altro lato assistiamo all’affermarsi di una versione ultraradicale e quanto mai aggressiva della «umma» musulmana, della «comunità dei fedeli» che pretende di non conoscere confini e regole che non siano quelli della religione.
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EUROPEI, MA DI CHE COSA ABBIAMO DAVVERO PAURA? 

di Simonetta Tassinari

I mondi finiscono e ricominciano di continuo, ma se ne accorge solo chi ci si trova nel mezzo: come noi. Perché adesso ci sembra che sia proprio il  mondo  in cui siamo cresciuti, al quale siamo affezionati,  nel quale ci riconosciamo, a trovarsi in pericolo a causa di quella che i media seguitano a definire con cautela “immigrazione”, ma che in realtà si sta rivelando una fuga in massa da Paesi in guerra  o semplicemente da Paesi poveri, peraltro in qualche misura prevista fin dagli anni Ottanta, quando si iniziò a parlare di “Nord e Sud del mondo”. Si tratta di una migrazione di popoli, piuttosto, ma  dirlo apertamente alimenterebbe la paura.

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Risposta di  RITA FRATTOLILLO  A  SIMONETTA TASSINARI:

EUROPEI, ECCO DI COSA ABBIAMO PAURA

[…] Dunque, l’analisi di Simonetta, che tocca - con lo stile lieve che è un tratto distintivo dell’Autrice - i sentimenti contraddittori degli europei su questa questione, nell’insieme  dà l’impressione che lei guardi al problema con occhio “filosofico”,  un po’ troppo   distaccato.

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mercoledì 23 settembre 2015

Europei, ma di cos’è che abbiamo davvero paura? (Il Libraio.it, 11.09.2015) di Simonetta Tassinari, risponde Rita Frattolillo






Ho letto con molto interesse l’analisi firmata da Simonetta Tassinari,  amica che stimo e apprezzo, oltre che per le qualità umane, per le doti di scrittrice talentuosa. Ero particolarmente interessata, anzitutto perché il tema dell’emigrazione ci coinvolge tutti – e non potrebbe essere diversamente - e poi perché, a fronte dell’esodo biblico che stiamo vivendo, la voce meno presente è proprio quella degli intellettuali: politici e giornalisti imperversano sui giornali e dai teleschermi a tutte le ore, ma di intellettuali, davvero pochini…

giovedì 21 maggio 2015

I Bronzi di Riace


Viaggio in Calabria alla scoperta dei suoi tesori


di Rita Frattolillo


 Poco meno di seicento chilometri, di cui quattrocentotrenta percorsi sulla famigerata autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, tanto ci vuole per arrivare alla punta dello Stivale, dai Bronzi. Il viaggio è lunghissimo, non si arriva mai, e Reggio Calabria  sembra un miraggio. Tuttavia, a dispetto delle lungaggini e del malaffare che gravano su questa autostrada, va detto che essa è un capolavoro di ingegneria in “progress”,  poiché si sta “raddrizzando” via via  il tracciato, che ora trafora tutta la dorsale appenninica: quindi si percorre una successione innumerevole di tunnel  congiunti tra loro per lo più da viadotti, di cui alcuni spettacolari, come quello tra Muro e Brancato. 
Lo sguardo, poi, è catturato da una natura bellissima,  selvaggia ed esuberante. Le scarpate sono coperte da macchie di ginestre, pseudoacacie,  biancospini, e sorprendenti note di colore sono offerte dagli iris violetti, che qui nascono spontanei.  Il paesaggio è ampio, superbo, per lo più montuoso, alti picchi brulli sono preannunciati da alture ammantate di verde lussureggiante. L’auto corre affiancando il parco del Cilento (dopo Salerno), la cordigliera del Pollino innevato; più dolce la piana di Sibari, coperta da uliveti e serre, raro qualche insediamento urbano.

sabato 9 maggio 2015

TORINO, questa sconosciuta

Tra Casa Savoia e Storia d’Italia

di Rita Frattolillo


 Per anni ho vissuto Torino come un’entità astratta, confinata a distanze siderali, anche perché è davvero “fuori mano”, ci devi arrivare apposta, non è sito che trovi lungo la strada; e poi, da dove siamo noi, per giungere fin lì, è come attraversare le sette leghe delle favole, una successione interminabile di tunnel, viadotti,  pianure e colline. Poi, un giorno, è successo …Quella  prima volta a convincerci fu la “necessità” di visitare il museo egizio,  che sapevamo straordinariamente pieno di reperti. Difatti richiese molto tempo e ancora più concentrazione, tanto è ricco. Dopo, una breve passeggiata lungo le sponde del Po in un’atmosfera surreale e infine una meditazione davanti alla Sacra Sindone, lì nel Duomo, dalle parti di Porta Palazzo brulicante di una colorata folla multietnica e piuttosto déraciné. Poi, via.

lunedì 30 marzo 2015

La Grande Guerra delle donne

di Angela* e Rita Frattolillo


copertina libro
Il primo conflitto mondiale, di cui ricorre quest’anno il primo centenario dal suo inizio, è stato ultimamente definito, e  a ragione, la guerra dei nostri nonni.
Tra gli oltre 5 milioni di mobilitati per combattere al fronte c’è stato anche nostro (mio e di mia sorella Angela) nonno Raffaele, che partì per il Carso lasciando a casa la moglie con quattro bimbi e una grande impresa agricola da portare avanti; e certe volte capita di pensare che magari si è trovato fianco a fianco con Giuseppe Ungaretti, Guglielmo Marconi, se non con il nostro poeta  di Riccia Michele Cima.

 Fino a che punto gli uomini del Mezzogiorno, come nostro nonno, avranno avuto coscienza della necessità della guerra? Non lo potremo mai sapere, ma sicuramente, quando l’Italia dichiarò l’entrata in guerra, nel 1915, mentre la piccola borghesia molisana, gli studenti, accolsero generalmente la guerra come una sacrosanta crociata per riconquistare i territori irredenti, i nostri   contadini, i pastori calabresi e siciliani, piuttosto la subirono come un male inevitabile.

giovedì 29 gennaio 2015

Premiazione imprenditoria femminile a Campobasso, IV edizione

Ecco la scultura donata come Premio alle imprenditrici che si sono distinte per professionalità, innovazione e competenza nel Molise. Premio "Maria Rossi Sabelli" assegnato dal Comitato imprenditoria femminile per il 2014, la cui presidente è Concetta Jacovino


La vincitrice del primo premio, canadese originaria di Torella del Sannio
La bella scultura raffigurante una silhouette femminile e il globo è stata realizzata dallo scultore Fernando Izzi.


Proponiamo qualche stralcio della relazione di Rita Frattolillo:
 “Nel mio breve intervento  cercherò di ripercorrere un tracciato diacronico, trasversale, del percorso a ostacoli affrontato dalle donne nel Novecento, focalizzando quello che è stato uno  snodo cruciale e tragico, ma anche un grande  balzo in avanti.