Il 26 gennaio 2014 è venuta a mancare Ada Trombetta.
So che è ingenuo pensarlo, e ancora di più ammetterlo, ma devo confessare che
non avrei mai voluto che questo triste momento arrivasse. Perché non dovrebbero
mai morire le persone eccezionali, che sono - devono essere - per tutti noi un
esempio e una guida da seguire per la loro tempra, per le rare qualità
intellettive, morali e umane.
Invece il
cuore generoso di Ada si è fermato per sempre.
Generosa, sì, Ada lo è sempre stata, nel dare
affetto e amicizia a piene mani. Al punto che la sua famiglia, dopo la morte
della sorella Anna con cui viveva, era diventata la grande comunità di
Campobasso, che l’amava e la coccolava, a sua volta ricambiata come meglio non si potrebbe. Infatti, oltre
ad aver magnificamente assolto il suo impegno di dirigente scolastica (lo è stata
fino al 1982), Ada si è prodigata per
fare grande il Molise, e ne è stata una delle maggiori protagoniste,
sicuramente la più autentica.
Fervida
studiosa e ricercatrice dell'arte e dei
costumi molisani, si è spesa anima e corpo
tutta la vita per portare alla luce il patrimonio artistico, storico
e folklorico di questa terra, che,
attraverso i suoi meravigliosi volumi e
le sue seguitissime conferenze, ha divulgato con slancio e passione, fatto
apprezzare ben al di là dei confini
regionali.