mercoledì 14 ottobre 2015

EUROPA O EURABIA, CHE NE SARÀ DI NOI ?

Anche Angela Mazzia ha voluto inserirsi in questo spinoso dibattito sull'accoglienza dei migranti:  

Larticolo della Tassinari su “Il libraio” dell’11-09-2015: “Europei, ma di cos’è che abbiamo davvero paura?” merita qualche seria riflessione alla luce della Storia e nelle proiezioni del nostro immediato futuro.
Per me è un imperativo categorico ed una sfida morale, oltre ad essere un dovere civile.

La Tassinari intende rassicurare sulle migrazioni tipiche dell’uomo “animale inquieto”. Verissimo, ma occorre chiosare qualcuna delle sue citazioni a cominciare dagli Etruschi che, come i Liguri e i Veneti per restare nell’area settentrionale, sono stati definiti autoctoni dalle ricerche storiche, archeologiche e antropologiche, avendo riscontrato il loro DNA nella popolazione Toscana ed Umbra. Gli altri: i Fenici e i Greci erano navigatori quindi cercarono approdi sulla terraferma per rifocillarsi, per riparare scafi e vele, e creare empori. Furono perciò promotori di produzioni e attività agricole, economiche e commerciali oltre che di straordinari scambi culturali. Per le altre etnie citate occorrerebbe un almanacco per puntualizzarne gli approdi come mercenari nelle guerre intestine o nello sfinimento del potere politico, militare e culturale dell’Impero Romano.


Anche l’Europa è stata terra di emigrazione: carestie, epidemie, guerre dinastiche e di religione , lotte di vario genere ne sono state l’origine. L’Italia, in particolare, è stata contrassegnata da diverse ondate di conquistatori e padroni prima di diventare terra di forte emigrazione verso il Nuovo Mondo ed i Paesi europei. I suoi milioni di emigranti si mossero certamente per le misere condizioni di vita, ma anche perché veniva ufficialmente richiesto (Decreto del Congresso Americano nella II metà del 1800) il popolamento di estese contrade desertiche con il conseguente dissodamento e messa a coltura delle Terre. In seguito fu la manodopera necessaria per le rivoluzioni industriali a generare spostamenti di masse dal Sud al Nord dell’Italia e dell’Europa. Mi ha impressionato all’Expo di Milano il Padiglione dell’Argentina incentrato su documenti, foto e video degli italiani e della loro straordinaria fatica che ha reso fertile, rigoglioso e ricco quel grande paese.

Ma questo esodo biblico sulle nostre coste e nelle nostre contrade da quali esigenze economiche viene generato? Ha solo la matrice nella fuga dalla guerra, dalla carestia e dalla povertà?
L’Africa vive una secolare storia di lotte tribali, di guerre fra etnie, di uno endemico stato di fame, malattie e miserie. La fragilità geopolitica l’ha resa facile preda di conquistatori e colonizzatori che hanno razziato le sue genti e le enormi ricchezze del suo sottosuolo. La fine del Colonialismo e dei Protettorati non ha significato però conquista di democrazia, di diritti, di libertà, di benessere e di pace perché di fatto si sono instaurati tiranni locali sanguinari, faziosi, avidi solo di potere, privilegi e ricchezze personali. Ma da oltre un secolo, Associazioni e Organizzazioni in varie declinazioni internazionali, oltre alla capillare azione delle chiese cristiane, si fanno carico di tutte le necessità e i bisogni delle comunità africane impegnando ingenti fondi, energie, fatica e molto frequentemente rimettendoci la vita. E’ singolare il riconoscimento dello status di profughi di guerra, perciò accoglibili, solo ai siriani, da parte degli USA e Germania. Forse perché riconosciuto il loro alto grado di istruzione e professionalità ?

Il Medio Oriente è una polveriera di faide, interessi, ideologie, lotte per il prepotere alimentata da una dissennata politica dell’Occidente che ha di fatto armato e sostenuto tiranni e dittatori consenzienti a perseguire gli interessi delle proprie multinazionali le cui rotte hanno definito anche la loro successiva demonizzazione, detronizzazione e uccisione.

In questo guazzabuglio affaristico e sanguinolento gioca la sua parte il fanatismo religioso di Sunniti e Sciiti fomentato dall’Arabia Saudita – Emirati Arabi ,da una parte, e dall’Iran, dall’altra, che vogliono affermare la propria leadership nell’universo islamico.

Ricordo che il Ministero della Religione per volere della casa reale Saudita finanzia i fondamentalisti più estremisti e costruisce in tutto il mondo moschee da dove vengono reclutati i giovani per la jihad.
Il vuoto di potere della Libia e dell’Iraq ha rafforzato le locali lotte tribali con il conseguente stato di guerriglia permanente, devastazioni e insicurezza civile, vitalizzando la propaganda contro il nemico crociato indicato come origine di tutte le loro sciagure. Il tutto avviene sotto gli occhi indifferenti dell’Unione Europea che non ha nessuna politica estera per i continenti dirimpettai, in ebollizione da decenni, se non pigramente assecondare le sporadiche, folli incursioni di qualche suo Stato membro tese a tutelare gli esclusivi interessi economici o la inutile, dispendiosa partecipazione sotto l’egida dell’ONU negli altri scenari del mondo appestati dai conflitti.

Un’Europa scristianizzata, lacerata dai particolarismi nazionali che si dibatte nel gorgo della sua voragine economica, finanziaria, sociale e politica.
Un’Europa vecchia, sfiduciata, senza ideali, imbelle e passiva.

L’Italia attanagliata da una crisi che è anzitutto etica, prima di essere politica ed economica, assomma antiche fratture mai risanate a gravissimi problemi sociali annoverando una denatalizzazione preoccupante, una popolazione di vecchi pensionati, milioni di poveri, mortificante mancanza di lavoro per giovani e meno giovani, quindi prevalenza di sfiducia e di totale assenza di prospettive future. Tutte le indagini fatte concordano nei risultati: il 70% dei nostri giovani aderirebbe alla jihad. Oltre al possesso delle 72 vergini nel paradiso di Allah, essi intravedono un futuro di valori e di ideali, perciò eroico e degno di essere vissuto.

Quei valori ed ideali che i partiti di sinistra, con il beneplacito di tutti gli schieramenti, hanno picconato con le loro  politiche demolendo la famiglia, la scuola, la religione.

Dunque, la Tassinari in quale universo vive quando parla di “identità religiosa e nazionale”? O ancora, assicurando sul rispetto del nostro patrimonio culturale, cita l’orgoglioso rispetto delle vestigia egiziane da parte degli arabi che le hanno ereditate. Forse lei non tiene conto che quel patrimonio fu portato alla luce, anche in senso materiale, dall’équipe di scienziati e studiosi al seguito di Napoleone Bonaparte e che tutti i siti archeologici dell’Oriente devono la loro ubicazione, scavi e fama ad appassionati cultori tedeschi ed inglesi. Mi pare che gli attuali abitanti di quelle contrade li sfruttano più che altro come attrazione turistica, e non parlo dello scempio perpetrato dall’ISIS nell’indifferenza totale.

Del resto, il rispetto per le nostre architetture sacre e per le nostre opere d’arte non esiste nella cultura islamica, per cui “Tutti i simboli pre-islamici saranno spazzati via insieme agli idoli condannati dal Profeta” (cit. Sentenza della Corte Suprema del Tribunale Islamico di Kabul, 26 febbraio 2001). La distruzione sistematica della testimonianza delle antiche civiltà mesopotamiche, greche e romane, è stata avviata dalla demolizione dei due Buddha di Bamiyan e accompagnata dal fiorente mercato clandestino di tutti i reperti trasportabili.

Di fronte a questa marea umana proveniente dalle terre sub sahariane mi sono chiesta come fosse sfuggita ai frequenti controlli polizieschi disseminati anche nei deserti e fra le dune. Si sa che la corruzione ed il malaffare costituiscono canali privilegiati, ma com’è possibile corrompere tante stazioni di polizia?

 E poi, dall’Africa sub-sahariana non farebbero prima a cercare una vita migliore nel più vicino, rigoglioso, ricco, spopolato Sud-Africa ?
Chi mette in moto questa massa di gente da sperduti e remoti villaggi alla volta di una lontanissima terra spacciata come del bengodi e di fatto vissuta come territorio di tutte le libertà compresa quella di bighellonare senza nessun permesso, di rubare, viaggiare e uccidere impunemente, di pisciare sui monumenti, di defecare per le strade, di lavarsi i genitali di fronte alle Basiliche e di pretendere abbigliamento firmato, vitto, alloggio e telefonino ?

Conosciamo solo la punta dell’iceberg: la rete di malavitosi che lucra e specula su queste masse di derelitti, correi politici, amministratori e faccendieri italiani, come ha dimostrato lo scandalo di Mafia Capitale, ma io sono convinta che tutto risponda ad un Progetto mai abbandonato dall’Islam: la conquista dell’Europa.

L’Islam ha tentato sempre, in tutti i modi e in tutti i secoli, di occupare e asservire l’Europa cristiana. Fu fermato nel 732 a Poitiers da Carlo Martello ed il 12 settembre 1683 a Vienna da una Lega promossa dal Papa Innocenzo XI che riuscì a mettere insieme tedeschi e polacchi, cattolici e protestanti per fare muro contro il dichiarato nemico della cristianità. La stessa comunanza d’intenti attivata dal Papa Pio V, che aveva sconfitto l’Islam nelle sue scorrerie piratesche e nelle sue conquiste nel Mediterraneo, a Lepanto nel 1571.

Quando l’Ungheria, oggi, edifica al suo confine la rete di difesa, lo fa in memoria delle carneficine, stupri e atrocità subiti fino alle soglie dell’800 dalle incursioni islamiche; e se i Paesi dell’Est Europa sono restii a condividere le “quote” dei migranti lo fanno perché consapevoli dell’alto prezzo da pagare anche per il proprio credo religioso, come sperimentato dalla recente dittatura sovietica, da cui a fatica si stanno liberando.

Ma adesso che l’Europa è sfiancata, collassata nei suoi valori fondanti rinnegati; adesso che l’Europa è consunta nel suo edonismo sfrenato, nei resti del suo materialismo becero e godereccio; adesso si può conquistare agevolmente l’Europa.
Con la massa di giovani senza istruzione e senza professionalità, ma torvi, violenti, decisi a possedere il benessere ed il lusso dell’Occidente, a seviziare, stuprare, uccidere le infedeli.
Ci si può impadronire dell’Europa con le migliaia di giovani donne portatrici delle mille vite nuove mancanti alla sterile, agonizzante Europa.
Come ha trionfalmente comunicato l’arabo del front-office di un grande albergo di Londra, sede di un Convegno Internazionale di medici, agli sbigottiti clienti: “Noi conquisteremo l’Europa con il ventre delle nostre donne!”

Dunque, cara Simonetta, si prepari a sopravvivere nell’Eurabia, ad indossare il burkah, a rinchiudersi nel silenzio e ad essere relegata fra le sue mura
 in nome di Allah-Akbar.

Angela Mazzia                                

1 commento:

Barbara ha detto...

Questa analisi dettagliata di Angela non può che far riflettere. C’è un grosso problema di denatalità in Europa (eccetto la Francia) e questo problema fa dire ai nostri politici ed economisti che abbiamo assolutamente bisogno di emigrati giovani in arrivo dall’Africa. Ma perché non analizzare, invece, il problema denatalità dovuto al fatto che alla donna europea le si chiede tutto. Deve istruirsi e, quindi, andare all’università. Una volta istruita deve assolutamente entrare nel mondo del lavoro perché se perde tempo, ritenuta poi troppo vecchia, il lavoro non lo troverà più, per cui non si può sposare e fare figli prima dei 34-35 anni. E una volta fatto i figli, però, poiché lavora, e se vive lontano dalla propria famiglia di origine, deve fare i salti mortali per crescerli: gli asili nido pubblici danno la preferenza a genitori con tanti figli, quindi agli immigrati…
Mentre i ritmi biologici di qualsiasi donna sono ben diversi e dovrebbe fare figli, come le africane, dai venti ai 25 anni al massimo. E’ sui vent’anni che ci si innamora, è a quell’età che si pensa ad un legame. Ma se a quell’età la ragazza studia e non ha tempo e la coppia non ha soldi per mettere su famiglia, anche molti legami si sciolgono proprio perché “muoiono” per non potersi concludere. E i figli aspettano e lei ha difficoltà a trovare un legame amoroso duraturo perché, con l’avanzare degli anni, la ragione prende il sopravvento sull’istinto.
Insomma, tutti i soldi che i nostri politici convogliano verso l’arrivo dei migranti non sarebbero ben spesi in sostegno effettivo alle donne europee per permetterle di diventare mamme e poi, successivamente, poter entrare nel mondo del lavoro senza trovare barriere?