lunedì 13 giugno 2016

La letteratura italo-americana e il "nuovo" ruolo del traduttore


Rita Frattolillo

      Delle numerose ondate migratorie che, spinte dalla disperazione, dalla seconda metà dell’Ottocento hanno varcato l’oceano spopolando il Molise e lasciando le donne ad affrontare da sole la difficile condizione di vedove bianche, è rimasta testimonianza nelle lettere, scritte su paginette di quaderno ingiallite dal tempo con mano malferma e in dialetto, inviate dai nostri manovali e “artieri” ai familiari. Sono quelle povere frasi sgrammaticate a gettare luce sugli aspetti crudi e duri della loro quotidianità di  emigrati.

Poi sono arrivati i Pietro Corsi (classe 1937) e i Giose Rimanelli (classe 1926), emigranti di successo e prolifici autori, a creare, direttamente in italiano o in inglese, l’epopea migratoria, scavando nelle stigmate della propria identità lacerata.
Quindi c’è stato il passaggio ad autori di lingua inglese come Nino Ricci (1958), che, pur appartenendo alla generazione nata oltreoceano, hanno attinto, nelle loro creazioni letterarie, ai risvolti spesso allucinanti dell’emigrazione, sull’eco tumultuosa di una tensione in bilico tra il peso delle radici e l’esigenza di conoscere il proprio io.

giovedì 9 giugno 2016

Civitacampomarano (Campobasso) ieri e oggi





Rita Frattolillo 

 Eccolo, finalmente! Dopo una serie infinita di tornanti e curve su  un fondo stradale piuttosto dissestato, all’improvviso appare il paese, stretto intorno all’imponente castello, che sembra proteggere  il groviglio di strade e di tetti rossicci del borgo antico di Civita, 36 km dal capoluogo Campobasso.
Il viaggio è stato più lungo del previsto, ma molto pittoresco, un’ immersione totale in un pesaggio ondulato tra le alture  dalle mille sfumature di verde, quello tenero e fresco della primavera che si fa largo.
Lungo il ciglio, eleganti steli della malva fiorita e pseudoacacie dai grappoli bianchi. 
Il loro  profumo intenso irrompe nell’auto inebriandoci.
  A guastare l’armonia, un’orribile infilata di pali eolici sul crinale, proprio presso Lucito, paese natale del pittore  molisano a me caro, Antonio Pettinicchi.
Il cartello stradale di Castelbottaccio, nome indissolubilmente legato a quello della baronessa illuminista Olimpia Frangipane, ci segnala che la nostra meta è prossima.