domenica 29 dicembre 2013

Un libro sull'opera del pittore Antonio Pettinicchi



autoritratto di Antonio Pettinicchi
Dissonanze e contrasti

 di Rita Frattolillo
La potente produzione artistica – pittorica e incisoria – di Antonio Pettinicchi, classe 1925, per il forte impatto esercitato sui fruitori ha suscitato sin dagli inizi reazioni appassionate da parte di pubblico e  critica. Il più delle volte feroce dissenso, oppure semplice sfavore, raramente condivisione. Faceva “specie” anzitutto che il pittore portasse alla ribalta gli ultimi, la gente diseredata e misera, ai margini della vita sociale, abbrutita dal lavoro e segnata dalla fatica; e che lo facesse con un linguaggio espressivo mai visto prima, distante anni luce dalla rappresentazione consolatoria e rassicurante della classe borghese a cui aveva assuefatto la pittura  accademica e tradizionale. 

sabato 21 settembre 2013

TRIESTE tra monumenti e storia


di Rita Frattolillo


Era già da un po’ che volevo tornare a Trieste. L’unica volta che c’ero stata, una ventina di anni addietro, e solo per poche ore, vi ero scesa dalla Carnia dove mi trovavo per gli esami di Stato. Quell’atmosfera di naturale, elegante accoglienza, l’aria di città mitteleuropea avvezza alla diversità etnica e culturale  mi avevano conquistata immediatamente. Ambiente  che indubbiamente ha favorito fin dall’Ottocento l’arrivo di importanti scrittori e artisti stranieri che nella città vissero a lungo. Tra gli altri, Stendhal fu console qui nel 1831, e  Paul Morand, Rainer Maria Rilke, Vladimir Bartol amarono questi luoghi, contribuendo ad allargare gli orizzonti culturali e sociali dei triestini.

giovedì 27 giugno 2013

Per Elvira


Lo scorso maggio si è spenta a Campobasso Elvira Tirone Santilli, una delle voci letterarie più significative  del Novecento molisano. Elvira si è spenta serenamente come era vissuta. La sua lunga esistenza è stata ricca di affetti familiari, piena di successi professionali come docente, e di sinceri apprezzamenti per la qualità della sua attività culturale. Certo, come a ognuno di noi, non le erano mancati dolori, lutti e sofferenze, ma aveva  affrontato ogni ostacolo con fronte serena e passo lieve. Con lo stesso spirito aveva vissuto i bagliori e i capovolgimenti del Novecento, sforzandosi incessantemente di comprenderli, pur senza mollare la barra della coerenza e dell’intimo convincimento. Sta di fatto che in pieno 1968,  in perfetta dissonanza con l’aria che tirava e le barricate materiali e ideologiche alzate in mezzo mondo, aveva dato alle stampe il suo primo romanzo, che con voce cristallina e scrittura piana affrontava un argomento di tutt’altro tenore, mettendo in scena un territorio ai più misconosciuto – Capracotta e l’Alto Molise -  e un mondo di affetti  percorso da problematiche familiari e scosso dai radicali mutamenti imposti dal travaglio bellico.

giovedì 13 giugno 2013

Memorie del Risorgimento in Molise

All’Archivio di Stato di Campobasso si è tenuta la presentazione del volume “Memorie del Risorgimento. Avvenimenti e protagonisti nel Molise”, a cura di Renata De Benedettis, che raccoglie gli scritti, ispirati ai fatti avvenuti nel Molise a cavallo tra il 1860 e il 1861, di coloro che avevano abbracciato la causa unitaria.  A completare l’opera, una raccolta di biografie di garibaldini molisani e di protagonisti che sono venuti nel Molise per combattere una dura battaglia contro i borbonici, stilate da Barbara Bertolini, Luigi Biscardi, Annalisa Carlascio, Renata De Benedettis, Rita Frattolillo, Antonio Santoriello.

Tra gli illustri relatori dell’Università di Salerno, Francesco Barra, Pier Luigi Rovito e Sebastiano Martelli oltre agli interventi del Presidente dell’Associazione culturale “Vincenzo Cuoco”, Luigi Biscardi, della curatrice del libro, Renata De Benedettis e della Direttrice dell’Archivio di Stato di Campobasso,  Annalisa Carlascio. Sono intervenute anche Barbara Bertolini e Rita Frattolillo per parlare della vita dei protagonisti molisani. 

Ecco la relazione di Rita Frattolillo

 “….Prima di parlare dei miei patrioti e del loro ardimento, Nicola Campofreda e dei suoi figli Antonio, Luigi e Achille, dell’avvocato Girolamo Pallotta di Bojano, dell’eroe mirabellese Francesco De Feo,  vorrei spendere qualche minuto per accennare al ruolo delle donne nel processo unitario. Per farlo,  vi invito a inoltrarvi idealmente con me tra le mura domestiche di certe dimore molisane, perché non v’è dubbio che l’Unità d’Italia non è stata solo il prodotto del sangue dei campi di battaglia o degli intrighi e interessi nazionali e internazionali, ma il risultato ben visibile di un lungo e paziente lavorio - purtroppo invisibile - di sostegno, aiuto, convincimento alla causa risorgimentale, portato avanti proprio lì, tra le mura domestiche, da donne vere, avvertite e sensibili, che, assumendosi una grande responsabilità, hanno affermato gli ideali risorgimentali inculcandoli nei figli, di cui sono  state mentori e guide,  li hanno invogliati a passare all’azione al momento giusto e a compiere il loro dovere verso la patria.

lunedì 15 aprile 2013

Antonio Pettinicchi, un artista possente, vitale, trasfigurativo








di Rita Frattolillo

(nella foto con il pittore)

Al civico 60 di viale Elena, nel cuore di Campobasso, è aperta dal 28 marzo l’ultima, attesa personale di incisioni e pitture del Maestro Antonio Pettinicchi (Lucito, 1925). I  luminosi spazi  dell’elegante “Villino Madonna” , individuati da Vincenzo Manocchio e Laura Potito come sede della galleria d’arte Artes Contemporanea e  dell’attività del gruppo editoriale Regia Edizioni,  ospitano un buon numero di incisioni e diverse tele dell’anziano artista,  che da ben sei anni non esponeva. La mostra, la cui agenda prevede diversi appuntamenti con il pubblico, nel corso dei quali l’attore Stefano Sabelli leggerà canti scelti de La Divina Commedia contestualmente alla proiezione delle immagini riguardanti i quadri ispirati dal capolavoro dantesco al Maestro Pettinicchi, è stata curata dai critici d’arte Silvia Valente e Tommaso Evangelista, e rimarrà aperta fino all’11 maggio 2013, quando dovrebbe essere  pubblicata la monografia a cura di Tommaso Evangelista e Silvia Valente (Regia edizioni). La mostra illustra due aspetti, entrambi fondamentali, dell’attività dell’artista, la produzione incisoria e quella pittorica. La prima, in cui spicca il Ritratto della mamma, che fu scelto alla Biennale di Venezia del 1957, riguarda un lungo arco temporale (1949-1995)  e suggerisce  con estrema chiarezza - fin dal primo lavoro a puntasecca - a quale Molise guardava il giovane pittore appena uscito dall’Accademia: al Molise terra dei miseri e degli afflitti, di coloro che non hanno niente dalla vita e che nessuna epiphany si aspettano. Un tema  dominante nell’altissima poetica del Nostro, che nel 1984 confessava: “Sono attaccato alla mia terra e agli uomini che ci stanno e cerco nel mio lavoro di farli parlare. Essi possiedono già la forza espressiva, il tragico, il drammatico e anche il senso di pace. Questi pochi uomini liberi li amo, ne condivido le angosce, le pesanti rassegnazioni e l’attesa della fine”.

sabato 16 febbraio 2013

Stabat Mater, ultimo romanzo di Antonella Presutti


I figli non dovrebbero mai morire prima dei genitori. Ma che succede se un figlio si toglie la vita, e senza una ragione apparente? Un venerdì di carnevale qualunque, Andrea, non ancora sedici anni,  si fa saltare il cervello con un colpo di pistola, gettando nella tragedia la sua famiglia, una come tante. Compenetrarsi nel dolore della figura materna, straziata dal gesto fatale del figlio, analizzarne i meandri – e in controluce, la reazione degli altri - è l’impresa difficile e delicata con cui si è voluta misurare Antonella Presutti nel suo romanzo Stabat Mater (EdiLet, Roma 2011), che nel titolo richiama la sequenza della Madonna Addolorata attribuita a Jacopone. Nel “planctus” di Stabat Mater  la madre, con il cuore trafitto e l’animo ferito a  morte di chi si sente tradito dal figlio prediletto, è inghiottita in una spirale di disperazione che la tira giù verso un baratro senza fondo in cui emozioni, sentimenti, tempo e memoria hanno senso solo perché si accendono e si coagulano nel nome di Andrea, che muore e risorge mille volte ogni giorno nella sua mente e nel suo cuore.