martedì 28 gennaio 2014

Ada Trombetta: si è spenta la brillante ambasciatrice culturale del Molise


di Rita Frattolillo

Il 26 gennaio 2014 è venuta a mancare Ada Trombetta. So che è ingenuo pensarlo, e ancora di più ammetterlo, ma devo confessare che non avrei mai voluto che questo triste momento arrivasse. Perché non dovrebbero mai morire le persone eccezionali, che sono - devono essere - per tutti noi un esempio e una guida da seguire per la loro tempra, per le rare qualità intellettive, morali e umane.
 Invece il cuore generoso di Ada si è fermato per sempre.
Generosa, sì, Ada lo è sempre stata, nel dare affetto e amicizia a piene mani. Al punto che la sua famiglia, dopo la morte della sorella Anna con cui viveva, era diventata la grande comunità di Campobasso, che l’amava e la coccolava, a sua volta ricambiata  come meglio non si potrebbe. Infatti, oltre ad aver magnificamente assolto il suo impegno di dirigente scolastica (lo è stata fino al 1982), Ada si è prodigata  per fare grande il Molise, e ne è stata una delle maggiori protagoniste, sicuramente la più autentica.
 Fervida studiosa  e ricercatrice dell'arte e dei costumi molisani, si è spesa anima e corpo  tutta la vita per portare alla luce il patrimonio artistico, storico e  folklorico di questa terra, che, attraverso i suoi meravigliosi volumi   e le sue seguitissime conferenze, ha divulgato con slancio e passione, fatto apprezzare ben  al di là dei confini regionali.
Presente sulla stampa con saggi e  articoli, il suo nome resta legato a diversi volumi  che si possono ritenere a giusto titolo veri monumenti d’arte e conoscenza storico-antropologica : Arte medievale nel Molise (1971) è stato integrato e ripreso in Arte nel Molise attraverso il Medioevo (1984); Fascino e suggestione del passato nella processione dei Misteri a Campobasso (1979) ripercorre la storia degli “ingegni” settecenteschi del campobassano Francesco Saverio di Zinno, accompagnata  dalla descrizione analitica dell’evoluzione iconografica dei “Misteri”; Campobasso tra '800 e '900 ‑ Le cartoline raccontano (1987) ricostruisce l’evoluzione urbanistica e storica della città attraverso l’esame delle cartoline; in Mondo contadino d'altri tempi ‑ I costumi molisani (1989) la studiosa traccia un quadro del microcosmo rurale d’antan, soffermandosi ampiamente sulle caratteristiche  e sul significato dei costumi locali; in 1943‑1944...e fu guerra anche nel Molise (1993) Ada Trombetta appunta la propria attenzione su un momento cruciale dell’ultima guerra mondiale, così come è stata vissuta nella regione; Cento anni di fotografia nel Molise. Lo studio Trombetta (1994, a cura di W. Settimelli, A. Trombetta, Susanna Weber)) raccoglie le testimonianze – sostenute da un sontuoso apparato fotografico -  dell’attività e del fervore che si viveva nello studio dei Trombetta; in  Dai borghi alle contrade: toponimi e immagini di Campobasso antica (2001), Ada, basandosi sulla filologia delle pietre e sui toponimi originali, ripercorre i cambiamenti subiti nel tempo dalla città capoluogo. Nel 2006, curato da Paolo Matrella, in occasione del 42° anniversario della Regione, viene riproposto l’elegantissimo album, in stile liberty, dei Costumi del Sannio fotografati e ritoccati da Antonio e Alfredo Trombetta nei primi decenni del Novecento.
 Instancabile, la signorina Ada, come tutti la chiamavamo, forte del suo cognome, dei suoi studi e della sua passione per il Molise,  è stata per decenni  la  brillante  ambasciatrice culturale di questa terra, una donna che incantava qualunque pubblico con la sua verve, che trasmetteva amore per la vita, entusiasmo, ironia.
Ho conosciuto nei primi anni Sessanta le due sorelle Ada  e Anna (nata nel 1910); questa,  che era la consigliera discreta  di Ada e  viveva all’ombra  dei suoi successi, era una raffinata artista dell’incisione. Abbiamo legato subito, e ho frequentato la loro casa-museo, testimonianza tangibile dell’attività e dell’inventiva del nonno e del padre Alfredo, pionieri, maestri e innovatori dell’arte fotografica conosciuti per la loro professionalità e la loro creatività anche all’estero, dove avevano tenuto mostre e vinto premi. La stessa casa-studio  il cui terrazzo fungeva da atelier, un set con tappeti e fondali rappresentanti balaustre, statue e parchi, dove posava la migliore società dell’epoca desiderosa di essere immortalata dall’obiettivo fotografico. La stessa casa che nel corso del Novecento era diventata punto di riferimento e  salotto culturale  di sovrani, principi, personalità della cultura e dell’arte.
 Talvolta, seduta su uno dei divanetti dalla tappezzeria fiorata, mentre gustavo le mitiche scorzette d’arancia candite preparate da Anna,  Ada si rammaricava perché non avevo fatto in tempo a conoscere  suo padre, scomparso nel 1962, un uomo che  lei venerava e a cui aveva tra l’altro dedicato il concorso fotografico creato appositamente nel 1985 per ricordarne la figura. Proprio in occasione di quel concorso Premio avevamo stretto la nostra amicizia, che è continuata, oltre che per la comunanza degli interessi culturali,  come socie della sezione Fidapa di Campobasso, di cui lei è stata socia onoraria, grande vanto e personalità di primo piano.
Ada ha avuto una vita lunga (era nata il 21 settembre 1922)  e  intensa, non si è mai tirata indietro. Ha curato per conto di circoli di Campobasso, Roma e Napoli, diversi viaggi culturali, fatto parte di  club e associazioni. Ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, numerose medaglie d'oro, prima fra tutte quella concessa dal Presidente della Repubblica ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte (1973). Per tre volte, nel '73, nell'86 e nel '90, ha ricevuto il Premio per la cultura dalla Presidenza del consiglio dei ministri. Molte le targhe e gli attestati; è stata pure insignita della nomina a Cavaliere della Repubblica (1975), della nomina a Ufficiale al merito (1986), di quella a Commendatore al merito della Repubblica (1991).
Benché grata per così alti onori, non aveva mai superato del tutto l’amarezza per aver dovuto destinare all’Archivio Alinari di Firenze il prezioso patrimonio fotografico ereditato dal padre e dal nonno, dopo i vani tentativi portati avanti per farlo custodire degnamente  nella nostra regione. Tuttavia, pur di rendere  fruibile questo materiale ‑ documento unico per la rappresentazione di tutti gli aspetti della vita molisana ‑ Ada si è sobbarcata a un lavoro improbo, applicando didascalie e  date alle singole immagini che, in microfiches accompagnate dai relativi cataloghi, sono tuttora custodite presso la Biblioteca provinciale “Pasquale Albino” di Campobasso, dove  possono essere esaminate  e richieste anche per eventuali pubblicazioni.

La morte di Ada Trombetta  ci lascia un enorme vuoto dentro perché viene a mancare non solo l’amica sincera di tutti, dal cuore grande,  ma perché  si spegne, a pochi mesi dalla scomparsa della scrittrice  Elvira Tirone Santilli, un’altra voce insostituibile della cultura e dell’anima del Molise. 

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