di Rita Frattolillo
Margherita
Grassini Sarfatti è stata oggetto di
alcune pubblicazioni soltanto dopo la
cancellazione della damnatio
memoriae a cui l’intellettuale è stata condannata per il suo turbinoso
legame con Mussolini e per il suo
indubbio coinvolgimento nel Ventennio fascista. E' stato tuttavia privilegiato il lato “scandalistico-sentimentale”
che, disgraziatamente, ha messo in ombra le eccezionali doti della donna come
critico d’arte, mentore e mecenate delle avanguardie artistiche del primo
Novecento. Non solo, perchè Margherita è stata lodevole ambasciatrice italiana
della cultura all’estero, grande tessitrice di feconde relazioni politiche e
culturali con l’élite internazionale dell’epoca, famosa scrittrice e
giornalista.
Nell’autunno
2017 per la Collana “Le Crinoline” diretta da Sandra Pietrini dell’Università
di Trento, con un Comitato Scientifico di primordine, annoverando Anna Sica
dell’Università di Palermo e Sylvana Tomaselli del S.John College di Cambridge,
la ricercatrice Angela Frattolillo ha pubblicato il saggio Margherita
Grassini Sarfatti, Protagonista Culturale del Primo Novecento ed. Ares.

Ma anche con la sua arroganza e il
senso orgoglioso di sé, con lo spiccato senso affaristico e mercantile, con un disarmante pragmatismo e
sorprendente realismo” Basterebbe già
tale presentazione a sollecitare alla lettura di questo prezioso lavoro di
ricerca che la studiosa fanese ha voluto
completare con una importante Appendice,
comprendente la sintesi ragionata e
critica delle due opere più note e discusse della Sarfatti (Dux e Storia della Pittura Moderna), con il repertorio degli Incarichi e Attività dell’intellettuale
ebrea e, infine, con la corposa Bibliografia
che dà il segno dell’amplissimo, inedito ed aggiornatissimo feed-back a cui ha
attinto.
Questo saggio, quindi, ha inteso ricostruire la
formazione e l’evoluzione della personalità della Sarfatti, trattando solo
collateralmente la vita sentimentale della donna.
La
Frattolillo, già docente e Dirigente nelle Scuole Secondarie Superiori, è una
studiosa di lungo corso, avendo al suo attivo ricerche originali su aspetti e
vicende poco esplorati del Cristianesimo (Armenia e Irlanda) e una ricca galleria di donne riportate alla luce, grazie a ricerche
rigorose e appassionate condotte negli archivi. Con i suoi lavori si è
rivelata particolarmente sensibile al dato storico della difficoltà
dell’accesso al sapere subita per secoli dal mondo femminile, ed ha appuntato la propria attenzione su
outsider e figure ignorate, dimenticate nella polvere degli scaffali. Anni
di costante, accanito lavoro di
ricerca hanno fatto riemergere
personalità formidabili di educatrici, filosofe, attrici, poetesse, inviate e
spie di guerra, registe e stiliste pioniere per la loro epoca, oppure
“semplici” staffette di guerra. I suoi
saggi, originali e lampeggiati da una forte empatia, .si caratterizzano per un
procedimento di tipo balzachiano in quanto
la Frattolillo parte da un ampio contesto storico-sociale, esplora, descrive e analizza l’ambiente
sociale e familiare della protagonista. Passando al setaccio con
pazienza certosina la documentazione esistente sull’argomento, la
Frattolillo ricostruisce quindi
l’architettura complessiva del periodo storico indagato in tutto gli aspetti,
facendo percepire al lettore l’humus in
cui è cresciuta e si è sviluppata la personalità esaminata, ne mette a fuoco la parabola
esistenziale e culturale con tutti gli annessi e gli agganci. La novità di
questi saggi si deve, oltre che ai temi prescelti, alla scrittura
fortunatamente molto distante dalla
prolissità e dalla farraginosità tipica
del genere.
Che si tratti di Ipazia di Alessandria, di Angiola Bianchini, di
Alda Merini o di Eleonora Duse, ognuna viene presentata e descritta con la
fluidità e la scorrevolezza caratteristiche del romanzo storico; elementi
questi che rendono la lettura agevole, coinvolgente ed accattivante. Esito
dovuto tanto alla capacità della Frattolillo di metabolizzare una quantità
enorme di documenti che traduce con rigore scientifico e lucidità analitica,
quanto all’empatia, al coinvolgimento che la ricercatrice stabilisce con la
donna “indagata”, e, di riflesso, con il lettore.
D’altronde Marcello Fois ha osservato che penetrare l’immaginario- come fa un
romanzo- è un atto politico più profondo
che non scrivere un saggio ponderoso.
Già da tempo frequentiamo libri
ibridi, spazi misti che sono
un melting pot tra uno stile narrativo e
la riflessione prodotta dai documenti; cosa che sposta l’asse della scrittura
verso un genere di narrazione che
impatta molto meglio del saggio di tipo tradizionale. Se si ha una percezione
politica della scrittura, allora si è
crossover, perché la realtà- specie quella storica - è complessa, e occorre uscire da schemi, caselle e pregiudizi. Il
testo di Angela Frattolillo inaugura
perciò un nuovo modo di approcciare la Storia degli uomini, e sopratutto delle donne.
Rita
Frattolillo © tutti i diritti riservati 2018
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