lunedì 30 marzo 2015

La Grande Guerra delle donne

di Angela* e Rita Frattolillo


copertina libro
Il primo conflitto mondiale, di cui ricorre quest’anno il primo centenario dal suo inizio, è stato ultimamente definito, e  a ragione, la guerra dei nostri nonni.
Tra gli oltre 5 milioni di mobilitati per combattere al fronte c’è stato anche nostro (mio e di mia sorella Angela) nonno Raffaele, che partì per il Carso lasciando a casa la moglie con quattro bimbi e una grande impresa agricola da portare avanti; e certe volte capita di pensare che magari si è trovato fianco a fianco con Giuseppe Ungaretti, Guglielmo Marconi, se non con il nostro poeta  di Riccia Michele Cima.

 Fino a che punto gli uomini del Mezzogiorno, come nostro nonno, avranno avuto coscienza della necessità della guerra? Non lo potremo mai sapere, ma sicuramente, quando l’Italia dichiarò l’entrata in guerra, nel 1915, mentre la piccola borghesia molisana, gli studenti, accolsero generalmente la guerra come una sacrosanta crociata per riconquistare i territori irredenti, i nostri   contadini, i pastori calabresi e siciliani, piuttosto la subirono come un male inevitabile.