di Angela* e Rita Frattolillo
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Tra gli oltre 5 milioni di mobilitati
per combattere al fronte c’è stato anche nostro (mio e di mia sorella Angela)
nonno Raffaele, che partì per il Carso lasciando a casa la moglie con quattro
bimbi e una grande impresa agricola da portare avanti; e certe volte capita di
pensare che magari si è trovato fianco a fianco con Giuseppe Ungaretti,
Guglielmo Marconi, se non con il nostro
poeta di Riccia Michele Cima.
Fino
a che punto gli uomini del Mezzogiorno, come nostro nonno, avranno avuto
coscienza della necessità della guerra? Non lo potremo mai sapere, ma
sicuramente, quando l’Italia dichiarò l’entrata in guerra, nel 1915, mentre la
piccola borghesia molisana, gli studenti, accolsero generalmente la guerra come
una sacrosanta crociata per riconquistare i territori irredenti, i nostri contadini, i pastori calabresi e siciliani,
piuttosto la subirono come un male inevitabile.