domenica 31 maggio 2015
giovedì 21 maggio 2015
I Bronzi di Riace
di Rita Frattolillo
Poco meno di seicento
chilometri, di cui quattrocentotrenta percorsi sulla famigerata autostrada A3
Salerno-Reggio Calabria, tanto ci vuole per arrivare alla punta dello Stivale,
dai Bronzi. Il viaggio è lunghissimo, non si arriva mai, e Reggio Calabria sembra un miraggio. Tuttavia, a dispetto
delle lungaggini e del malaffare che gravano su questa autostrada, va detto che
essa è un capolavoro di ingegneria in “progress”, poiché si sta “raddrizzando” via via il tracciato, che ora trafora tutta la
dorsale appenninica: quindi si percorre una successione innumerevole di
tunnel congiunti tra loro per lo più da
viadotti, di cui alcuni spettacolari, come quello tra Muro e Brancato.
Lo sguardo, poi, è catturato da una natura bellissima, selvaggia ed esuberante. Le scarpate sono coperte da macchie di ginestre, pseudoacacie, biancospini, e sorprendenti note di colore sono offerte dagli iris violetti, che qui nascono spontanei. Il paesaggio è ampio, superbo, per lo più montuoso, alti picchi brulli sono preannunciati da alture ammantate di verde lussureggiante. L’auto corre affiancando il parco del Cilento (dopo Salerno), la cordigliera del Pollino innevato; più dolce la piana di Sibari, coperta da uliveti e serre, raro qualche insediamento urbano.
Lo sguardo, poi, è catturato da una natura bellissima, selvaggia ed esuberante. Le scarpate sono coperte da macchie di ginestre, pseudoacacie, biancospini, e sorprendenti note di colore sono offerte dagli iris violetti, che qui nascono spontanei. Il paesaggio è ampio, superbo, per lo più montuoso, alti picchi brulli sono preannunciati da alture ammantate di verde lussureggiante. L’auto corre affiancando il parco del Cilento (dopo Salerno), la cordigliera del Pollino innevato; più dolce la piana di Sibari, coperta da uliveti e serre, raro qualche insediamento urbano.
sabato 9 maggio 2015
TORINO, questa sconosciuta
Tra
Casa Savoia e Storia d’Italia
di
Rita Frattolillo
Per anni ho vissuto Torino come un’entità
astratta, confinata a distanze siderali, anche perché è davvero “fuori mano”,
ci devi arrivare apposta, non è sito che trovi lungo la strada; e poi, da dove
siamo noi, per giungere fin lì, è come attraversare le sette leghe delle
favole, una successione interminabile di tunnel, viadotti, pianure e colline. Poi, un giorno, è successo
…Quella prima volta a convincerci fu la
“necessità” di visitare il museo egizio,
che sapevamo straordinariamente pieno di reperti. Difatti richiese molto
tempo e ancora più concentrazione, tanto è ricco. Dopo, una breve passeggiata
lungo le sponde del Po in un’atmosfera surreale e infine una meditazione
davanti alla Sacra Sindone, lì nel Duomo, dalle parti di Porta Palazzo
brulicante di una colorata folla multietnica e piuttosto déraciné. Poi, via.